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Progetto educativo


PREMESSA

La scuola dell‘Infanzia parrocchiale "San Domenico", scuola parrocchiale dal 1976, come scritto nello Statuto, appartiene al Sistema Nazionale di Istruzione e formazione ed è quindi una scuola pubblica, paritaria, che fa proprie le finalità e le istanze della scuola delineata dal Miur.

Presieduta dal parroco pro tempore, è una scuola della comunità cristiana e concorre al progresso materiale e spirituale della società. E‘ associata alla Fism ed è senza scopo di lucro.

In un tempo di grandi e profondi cambiamenti soci-culturali e dell‘esperienza stessa della vita cristiana, la proposta educativa della nostra scuola ha il suo fondamento in Gesù Cristo a cui ispira la sua proposta culturale e i suoi principi valoriali di riferimento che si declinano in una visione cristiana di tutta la realtà e in uno stile pedagogico attento allo sviluppo armonioso ed integrale di tutte le potenzialità socio-psico-spirituali del bambino, centro e fulcro dell‘azione educativa.

Si propone da tempo nelle proprie attività quotidiane e come rintracciabile nelle diverse programmazioni annuali, di far scoprire al bambino la vita con gioia aiutandolo ad accogliere l’ amore di Dio per ciascuno, l’amicizia, la solidarietà, il perdono che si manifesta in tutto ciò che Dio ha creato e che ha voluto affidare nelle mani dell’uomo e pone attenzione ad istituire visioni, programmazioni e dialettiche inclusive: accogliendo, rispettando e valorizzando le diversità di ognuno e ponendo cura ed attenzione alle fragilità educative ed evolutive che incontra.

In un contesto multiculturale e plurireligioso, avendo chiara la propria identità ecclesiale la scuola svolge la sua missione educativa non solo nel rispetto della libertà religiosa e della provenienza delle famiglie, ma anche nel valorizzare ogni diversità religiosa; infatti che nel corso degli ultimi anni le diverse programmazioni educative hanno cercato di promuovere una cultura e una consapevolezza nel bambino e nelle famiglie rispetto al mondo inclusivo che la società è chiamata a co-costruire.

In stretta collaborazione con il personale scolastico docente e non formato a tali principi, cooperando con la famiglia, la scuola collabora con altre realtà educative pubbliche e private presenti sul territorio, contribuendo così alla costruzione della società civile per generare cittadinanza condivisa.  

In quanto parte del Sistema Nazionale di Istruzione la scuola "San Domenico" tiene in considerazione tutti gli aspetti legislativi che negli anni hanno guidato l‘offerta formativa e culturale della scuola italiana: gli Orientamenti ’91, le Indicazioni Nazionali (Moratti 2004), le nuove Indicazioni per il Curricolo per la Scuola dell’Infanzia (Fioroni 2007), l’Atto di Indirizzo (Gelmini 8 settembre 2009) e le Indicazioni Nazionali della Scuola dell’ Infanzia e del primo ciclo di Istruzione (2012) declinandoli costantemente ad una visione cristiana della persona, della vita e dell‘educazione, dando anche particolare importanza all‘educazione religiosa nella quotidianità oltre che all‘insegnamento della Religione Cattolica.

La nostra scuola aderisce alla Federazione Italiana Scuole Materne Cattoliche (FISM): un’associazione non a scopo di lucro che si occupa di orientare e sostenere le scuole non statali ad essa federate, partecipando alle iniziative di coordinamento e di formazione.

La FISM garantisce il sostegno e l’autonomia delle scuole, in particolar modo per ciò che riguarda la qualità delle attività didattiche e la formazione del personale, il tutto in un’ottica cristiana-cattolica.

MODELLI PEDAGOGICI

Le insegnanti nel loro operare si ispirano a modelli pedagogici consolidati nella storia (Montessori, Agazzi, Bruner, Piaget, Vygotsky…) teorizzazioni pedagogiche che orientano le insegnanti a privilegiare una pedagogia attiva nella loro programmazione e nella loro quotidianità, considerando il bambino soggetto attivo del proprio essere nel mondo e del proprio sviluppo, rispettando le inclinazioni e la soggettività di ognuno di loro.

Tale scelta metodologica è rintracciabile nella didattica laboratoriale presente nella programmazione educativa da diversi anni, modalità di apprendimento deduttiva che permette al bambino con l‘altro di costruire conoscenza rispetto a diverse proposte poste in essere, costruendo sapere e relazione nello stesso tempo. Una relazione incarnata con l‘altro, avendo cura di sè e dell‘altro, solidale "con e per l‘altro", attenti alla visione cristiana perseguita dall‘Istituto.

LA COMUNITA’ EDUCANTE

L’educazione non e’ un processo lineare a senso unico, ma un processo complesso e riflessivo che coinvolge l’intero sistema dei soggetti dell’educazione, per primis la comunità pastorale e le famiglie. La famiglia rappresenta il primo momento di socializzazione e di apprendimento; occorre quindi utilizzare strumenti che possano favorire il processo di collaborazione, rendendo i genitori non solo "fruitori" dei servizi scolastici ma “stimolo” e “risorsa” per l’azione educativa e didattica dei propri figli, promuovendo corresponsabilità e visione condivise dell‘educazione e dei principi religiosi perseguiti dalla scuola.

Nel corso dell’anno vengono favoriti momenti di incontro e di scambio come colloqui individuali, assemblee generali, incontri con esperti, feste e ricorrenze religiose; negli ultimi anni inoltre sono stati promossi incontri aperti fra le diverse scuole parrocchiali del territorio, coordinate dal parroco, per portare riflessione consapevolezza delle sfide educative in cui tutti siamo coinvolti per l‘educazione dei futuri cittadini del mondo, promuovendo in un‘ottica allargata riflessioni valoriali cristiane e comunitarie.

Importante è anche il rapporto della scuola con il Comitato di Gestione (di cui fanno parte diversi genitori di alunni frequentanti la scuola) che volontariamente si riunisce e opera per rendere questa struttura all’avanguardia: organizzando momenti di aggregazione con tutti i genitori per promuovere partecipazione e riflessione al sistema scolastico di tutte le famiglie; tenendo contatti a livello economico con le strutture competenti.

Il gruppo dei docenti di sezione della scuola dell’Infanzia attua un progetto di continuità, sia con la sezione primavera che con la Scuola Primaria, in cui quali vengono riferiti i dati relativi allo sviluppo psico-affetttivo e alle competenze evolutive raggiunte dai bambini. L‘attenzione degli ultimi anni del Collegio docenti è stato quello di promuovere sempre più un‘attenzione specifica al ben-essere del bambino, riconoscendoli tutti i principi di competenza emergenti nelle diverse singolarità e nel gruppo, promuovendo riflessioni e sostenendo formazioni attente ad un‘educazione psico-affettiva, relazionale, corporea e spirituale per lo sviluppo identitario del bambino. 

Tutte le componenti sopracitate, scuola, famiglie, Comitato di gestione, collegio docenti, Comunità ecclesiale, sono impegnate responsabilmente, secondo il proprio ruolo e competenze, nella realizzazione del Progetto Educativo Didattico.

IL BAMBINO

La nostra scuola promuove un’idea di bambino competente, unico, ricco, in relazione e in movimento. Il bambino e’ protagonista primario della propria crescita e soggetto attivo, costruttore della propria conoscenza con una propria storia e un bagaglio di esperienze da riconoscere e condividere nel gruppo e nella comunità.

A tale proposito la programmazione educativa viene sviluppata attraverso una attenta riflessione delle singolarità nel contesto classe:

-   Conoscenza dell’ambiente familiare nei suoi aspetti culturali, affettivi ed educativi

-   Conoscenza delle tappe evolutive e dello sviluppo affettivo del bambino

-   Conoscenza degli eventuali antecedenti percorsi scolastici o servizi 0-3 anni in cui è stato inserito

- Conoscenza delle aspettative, bisogni e desideri del bambino e dei genitori circa il suo futuro e la sua educazione

L’attività educativa tiene conto della multidimensionalità in cui il bambino e’ inserito mettendo a confronto i due universi: quello del bambino e quello dell’adulto.

L’intervento e’ fondato sui principi della centralità della persona, sull’ascolto, sull’attenzione e sull’accompagnare il bambino a nuove forme di conoscenza o di rielaborazione personale della stessa.

La Scuola dell’infanzia diviene il luogo in cui ogni bambino impara a conoscere se stesso e gli altri attraverso l’ascolto di sé e del gruppo, inizia a conoscere e riconoscere le proprie emozioni e a nominarle; è anche il luogo dove riesce a fare esperienze ricche di significato e diventa costruttore del suo sapere, condividendo strategie con i suoi amici, con l‘obiettivo meta-cognitivo e personale di “imparare ad imparare”.E‘ il luogo delle prime competenze relazionali, promosse e valorizzate dalla scuola attraverso la metodologia del circle-time mattutino, spazio educativo di costruzione di racconti, narrazioni e comunità; momento iniziale in cui vivere il primo senso di condivisione dei valori spirituali cristiani e cattolici: sia rispetto al tempo che allo stare insieme, promuovendo anche i primi passi della costruzione del bambino come futuro cittadino del mondo. Le competenze relazionali, comunitarie e cooperative sono ricercate e valorizzate nella quotidianità, istituendo routine di vita che sappiano valorizzare lo spirito di solidarietà e collaborazione fra i bambini: dal momento del pranzo, alla distribuzione di piccoli incarichi, all‘aiuto dei bambini piccoli da parte dei più grandi.

LA FAMIGLIA

Nella Costituzione Italiana l’articolo 30 recita:

E’ DOVERE E DIRITTO DEI GENITORI MANTENERE, ISTRUIRE ED EDUCARE I FIGLI”.

La famiglia è il primo ambiente di apprendimento e si basa su legami affettivi. è la prima educatrice del bambino e i genitori sono i primi responsabili dell’educazione dei figli.

L’ingresso alla Scuola dell’Infanzia è una grande occasione per continuare a prendere coscienza delle responsabilità genitoriali e a costruire il proprio "sè genitoriale". Le famiglie, scegliendo consapevolmente l’istituzione che maggiormente rispecchia il loro modo di sentire e condividendone l’indirizzo educativo, possono lavorare in stretto rapporto con la scuola per la crescita del proprio figlio come futuro cittadino del mondo. Le famiglie possono così scegliere questa scuola pensando all‘attenzione spirituale e valoriale cristiana che la scuola promuove e persegue attraverso la cura dei legami che quotidianamente costruisce.

Le famiglie e la scuola collaborano alla costruzione delle prime esperienze di vita dei bambini; si configura così una CORRESPONSABILITA’ EDUCATIVA tra scuola e famiglia che comporta la condivisione di regole e valori, creando un ambiente educativo armonico in cui il bambino possa trovare, senza contraddizioni, i punti di riferimento che gli permetteranno una crescita serena e il pieno sviluppo di sé; corresponsabilità educativa perseguita negli anni nella costruzione di momenti aggregativi e riflessivi con le famiglie, per la costruzione del nostro "senso del noi" comunitario.

I servizi che la scuola ha aperto, per sostenere le famiglie nella conciliazione del tempo lavoro e dell‘educazione dei bambini, sono nel tempo aumentati. Oltre al servizio pre e post scuola, l‘Istituto ha aperto una sezione primavera per accompagnare le famiglie nell‘educazione dei figli ed aprire a loro un bagaglio di possibilità per sostenerle ed aiutarle nella complessità odierna.

L’INSEGNANTE

L’insegnante è un professionista dell’istruzione e dell’educazione. L’insegnante accoglie i bambini che le vengono affidati e se ne prende cura, promuovendone la crescita e creando ambienti e situazioni in cui, ogni singolo bambino, possa esprimersi al massimo delle sue capacità e possa apprendere nel contesto relazionale e di gruppo.

La presenza di insegnanti motivati, preparati, attenti alle specificità dei bambini è un indispensabile fattore di qualità per la costruzione di un ambiente educativo accogliente, sicuro, ben organizzato e capace di suscitare la fiducia dei genitori e della comunità.

Ogni insegnante lavora collegialmente con tutto il team docente dando il proprio attivo contributo per garantire la comunità educante della scuola. Ogni insegnante si arricchisce grazie alla formazione continua soprattutto in relazione alla proposta formativa della FISM provinciale, a cui la scuola aderisce.

L’insegnante, come ogni educatore, è esempio di testimonianza; ha una visione spirituale cristiana della persona, della vita, della realtà, dell’educazione e nel suo esempio quotidiano, nei suoi gesti, nelle sue parole ne è un testimone consapevole. L’insegnante della scuola è anche un educatore cristiano. Alla competenza professionale si affiancano quindi anche valori peculiari dell’ispirazione cristiana, quali lo spirito di servizio, il rispetto, la carità, la comprensione reciproca, la pazienza e la disponibilità a collaborare.

L’AGIRE EDUCATIVO HA SEMPRE UN VALORE DI TESTIMONIANZA; COSTRUISCE RELAZONI, COMUNITA’, AIUTA A SCOPRIRE IL PROPRIO POSTO NEL MONDO, TRA GLI ALTRI, DA SPESSORE ALL’ESISTENZA” (E. Musi, Progettare il futuro).

 LA SCUOLA

“Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore rispetto alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni” (Papa Francesco).

La scuola affianca al compito dell’insegnare ad apprendere quello dell’insegnare ad "essere", sostenendo uno sviluppo personale ed identitario del bambino. La scuola promuove una didattica metacognitiva, cioè "a imparare ad imparare"; a sperimentare la gioia della scoperta e la bellezza nel confronto con gli altri; promuove desiderio per sè in relazione all‘altro; apre all‘incontro e alla meraviglia dell‘incontro della diversità altrui nella realtà multiculturale del contesto in cui è ubicata.

Nella nostra scuola si impara non solo con la voce e con le orecchie, ma anche con le mani, con il corpo… si impara con gli occhi spalancati. Si impara pensando e rielaborando e raccontando e rinarrando e rinarrandosi. Si costruisce conoscenza nei laboratori educativi, metodologia della scuola, una conoscenza sempre cooperativa e collaborativa.

L’apprendimento avviene attraverso l’azione, l’esplorazione, il contatto con gli oggetti, la natura, l’arte, il territorio, in una dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di relazione di conoscenza. Nel gioco, particolarmente in quello simbolico, i bambini si esprimono, raccontano, rielaborano in modo creativo le esperienze personali e sociali e l‘osservazione dell‘insegnante ed il suo sguardo permette di valorizzare e riconoscere competenza in tutti i giochi simbolici che nei momenti destrutturati, alla mattina e nel dopo pranzo, che della nostra scuola emergono. Nella relazione educativa, gli insegnanti svolgono una funzione di mediazione e di facilitazione e, nel fare propria la ricerca dei bambini, li aiutano a pensare e a riflettere meglio, sollecitandoli a osservare, a descrivere, a narrare, a fare ipotesi, a dare e chiedere spiegazioni in contesti cooperativi.

L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell’ambiente educativo: lo spazio dovrà essere accogliente, caldo, ben curato. Lo spazio parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e socialità. Il tempo disteso, lento e routinario consente al bambino di vivere con serenità la propria giornata.

L’osservazione, nelle sue diverse modalità, rappresenta uno strumento fondamentale per conoscere e accompagnare il bambino in tutte le sue dimensioni di sviluppo. La pratica della documentazione osservativa va intesa come processo che produce tracce, memoria e riflessione, negli adulti e nei bambini, rendendo visibili le modalità e i percorsi di formazione e permettendo di apprezzare i progressi dell’apprendimento individuale e di gruppo.

IL TERRITORIO

La comunità della scuola non può essere considerata estranea a ciò che succede intorno ad essa. La nostra scuola è inserita in un contesto sociale più ampio e tiene conto di questo aspetto nella sua proposta educativa. La scuola intende quindi sviluppare rapporti di collaborazione con le altre realtà presenti sul territorio quali ad esempio: comunità parrocchiale, biblioteca, altre agenzie educative, diocesi.

 FINALITA’ EDUCATIVE

“Consolidare l’identità significa vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, star bene, essere rassicurati nella molteplicità del proprio fare e sentire, sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato, imparare a conoscersi e ad essere riconosciuti come persona unica e irripetibile”. (Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione)

L’identità ha bisogno di un terreno su cui crescere e di un “altro” con cui confrontarsi. L’incontro avviene nei momenti di gioco, durante attività didattiche ma anche quando si è a tavola e si prega, tutto ciò porta il bambino ad interrogarsi sulla propria identità, rafforzando alcuni aspetti e arricchendone altri grazie alla relazione con l‘altro. Possiamo quindi dire che la costruzione dell’identità è un processo che, nell’incontro con l’altro, porta il bambino a sviluppare le proprie doti e a esprimere il meglio di sé.

“Sviluppare l’autonomia significa avere fiducia in sé e fidarsi degli altri; provare soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto e poter esprimere insoddisfazione e frustrazione elaborando progressivamente risposte e strategie, esprimere sentimenti ed emozioni; partecipare alle decisioni esprimendo opinioni, imparando ad operare scelte e ad assumere comportamenti e atteggiamenti sempre più consapevoli.” (Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione)

L’autonomia è ciò che permette al bambino di poter esprimersi in modo sereno nel gruppo e che gli consente di riconoscersi, con i propri punti di forza e quelli di debolezza, con le proprie conquiste e le proprie potenzialità.

“Acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti”. (Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione)

Parlare di competenze significa “saper fare”, riflettere sulle esperienze, avere la consapevolezza di ciò che si fa o ciò che si sta imparando. Un bambino dimostra competenza quando sa riconoscere le situazioni, sa adottare atteggiamenti adatti al contesto, sa recuperare dal bagaglio delle sue esperienze ciò che serve per affrontare le diverse situazioni.

“Vivere le prime esperienza di cittadinanza significa scoprire l’altro da sé e attribuire progressiva importanza agli altri e ai loro bisogni; rendere sempre meglio conto della necessità di stabilire regole condivise; implica il primo esercizio del dialogo che è fondato sulle reciprocità dell’ascolto, l’attenzione al punto di vista dell’altro e alle diversità di genere, il primo riconoscimento di diritti e doveri uguali per tutti; significa porre le fondamenta di un comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e della natura.” (Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione)

Parlare di cittadinanza significa poter riunire in un termine complesso e profondo tutti i significati presentati in precedenza (identità, autonomia, relazione, fiducia, cura) in modo armonico e unitario. E’ ciò a cui bisogna tendere parlando di relazioni di gruppo, di classe, di scuola ma anche in modo più generale di socializzazione.

La scuola dell’infanzia è quindi da considerarsi soprattutto come ambiente di vita, una scuola che considera ogni situazione della giornata come educativa, tant’è che ogni esperienza che compie il bambino, in particolare a quest’età, viene ad associarsi a emozioni e va a costruire la base della sua personalità.

Nella scuola dell’infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare piste di lavoro per organizzare attività ed esperienze volti a promuovere la competenza, che a questa età va intesa in modo globale e unitario. Essi, come le Indicazioni Nazionali promuovono, si dividono in:

-il sé e l’altro: i bambini formulano domande sugli eventi della vita quotidiana, sulle trasformazioni personali e sociali, sul mondo e sull’esistenza umana perché rappresentano la loro spinta a capire il significato della vita che li circonda e il valore morale delle loro azioni. La scuola aiuta a prendere coscienza della propria identità, per scoprire le diversità culturali, religiose, etniche per apprendere le prime regole del vivere sociale, per riflettere sul senso e le conseguenze delle loro azioni. In questo campo il bambino cerca di dare un nome agli stati d’animo e si imbatte nella difficoltà e nella frustrazione superando progressivamente l’egocentrismo e cogliendo diversi punti di vista.

-il corpo e il movimento: i bambini prendono coscienza del proprio corpo, utilizzandolo fin dalla nascita come strumento di conoscenza di sé nel mondo; muoversi è il primo fattore di apprendimento. I bambini giocando con il corpo, comunicano, si esprimono con la mimica, si travestono, si mettono alla prova, anche in questo percepiscono la completezza del proprio sé, consolidando autonomia e sicurezza emotiva. La scuola dell’infanzia mira a sviluppare gradualmente nel bambino la capacità di leggere e interpretare i messaggi provenienti dal corpo proprio e altrui, rispettandolo e avendone cura e mira altresì a sviluppare la capacità di esprimersi attraverso il corpo.

-immagini, suoni, colori: i bambini esprimono pensieri ed emozioni con immaginazione e creatività: l’arte orienta questa propensione educando al piacere del bello e del sentire estetico. I linguaggi a disposizione dei bambini, come la voce, il gesto, la drammatizzazione, i suoni, la musica, la manipolazione dei materiali, le esperienze grafico-pittoriche, i mass-media, vanno scoperti ed educati perché sviluppino nei piccoli il senso del bello, la conoscenza di se stessi, degli altri e della realtà.

-i discorsi e le parole: la lingua in tutte le sue forme e funzioni è uno strumento essenziale per comunicare e conoscere, per rendere più complesso e meglio definito il proprio pensiero, anche grazie al confronto con gli altri e con l’esperienza concreta e l’osservazione. I bambini si presentano alla scuola dell’infanzia con un patrimonio linguistico personale e con competenze differenziate che vanno osservate e valorizzate. In un ambiente linguistico curato e stimolante i bambini sviluppano nuove capacità quando interagiscono tra di loro: chiedono spiegazioni, confrontano punti di vista, progettano giochi e attività, elaborano e condividono conoscenze. I bambini vivono spesso in ambienti plurilingui e, se opportunamente guidati, possono familiarizzare con una seconda lingua, in situazioni naturali, di dialogo, di vita quotidiana, diventando progressivamente consapevoli di suoni, tonalità, significati diversi.

-la conoscenza del mondo: i bambini esplorano continuamente la realtà e imparano a riflettere sulle proprie esperienze descrivendole, rappresentandole, riorganizzandole con diversi criteri. Pongono così le basi per la successiva elaborazione di concetti scientifici e matematici che verranno proposti nella scuola primaria. La curiosità e le domande sui fenomeni naturali, su se stessi e sugli organismi viventi e su storie, fiabe e giochi tradizionali con riferimenti matematici, possono cominciare a trovare risposte guardando sempre meglio i fatti del mondo, cercando di capire come e quando succedono, intervenendo per cambiarli e sperimentando gli effetti dei cambiamenti. Si avviano così le prime attività di ricerca che danno talvolta risultati imprevedibili ma che costruiscono nel bambino la giusta fiducia e capacità di trovare spiegazioni, elaborando idee personali e confrontandosi con quelle dei compagni e degli insegnanti nel rispetto dei punti di vista.

PROGETTAZIONE, VALUTAZIONE, DOCUMENTAZIONE

La progettazione e la valutazione si pongono in uno schema circolare: la valutazione non è infatti la conclusione di un percorso ma piuttosto un momento di riflessione in itinere che porterà a orientare nuovamente la progettazione dal passo successivo, questo è ciò che rende dinamico l’insegnamento consentendo la centralità della persona nella relazione. Ogni anno a giugno un momento collegiale di verifica permette al collegio docenti di ripensare il lavoro e dedicare un tempo riflessivo a ciò che è stato costruito, cercando nei limiti incontrati possibilità per il futuro, aprendo sempre più l‘invito ad una riflessione rispetto alla complessità culturale che viviamo.

Inoltre il processo di documentazione ha lo scopo di rendere visibile ciò che si fa a scuola. Nella documentazione delle attività didattiche è necessario porre particolare attenzione a raccontare il punto di partenza (premesse e intenzioni), il cammino (ciò che si è fatto e perché) e il punto di arrivo (cosa abbiamo imparato), affinché i bambini, le famiglie e gli insegnanti possano fare memoria e aggiungere dei pezzetti di strada al cammino più ampio del percorso educativo della persona. La documentazione fotografica e la documentazione osservativa permettono sempre più alle insegnanti di ricomporre le tracce dei percorsi dei bambini, valorizzando così il loro stare nella nostra scuola con dei segni e delle tracce di sè nella nostra piccola comunità.

DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ALLA SCUOLA PRIMARIA

Il profilo delle competenze del bambino al termine della scuola dell’infanzia

Al termine della scuola dell’infanzia è ragionevole attendersi che ogni bambino abbia acquisito e interiorizzato alcune competenze di base per la sua crescita personale, come promosso dalle Indicazioni Nazionali.

-  Riconosce ed esprime le proprie emozioni, è consapevole di desideri e paure, avverte gli stati d’animo propri e altrui.

-   Ha un rapporto positivo con la propria corporeità, ha maturato sufficiente fiducia in se stesso e negli altri.

-   Manifesta curiosità e voglia di sperimentare.

-   Condivide esperienze e giochi, utilizza materiali e risorse comuni, affronta gradualmente i conflitti.

-   Ha sviluppato l’attitudine a porsi domande di senso.

-  Coglie diversi punti di vista, riflette e utilizza gli errori come fonte di conoscenza.

-   Sa raccontare, narrare, descrivere situazioni ed esperienze vissute, comunica e si esprime con pluralità di linguaggi.

-   Dimostra prime abilità di tipo logico, inizia a interiorizzare le coordinate spazio-temporali e a orientarsi nel mondo dei media e delle tecnologie.

-    Rileva le caratteristiche principali di eventi, oggetti, situazioni, formula ipotesi e ricerca soluzioni.

-    E’ attento alle consegne, si appassiona e porta a termine il lavoro.

-    Si esprime in modo personale con creatività e partecipazione.



Per richiedere informazioni contattare: MATERNACANONICA@TISCALI.IT


Scuola dell'infanzia San Domenico - Scuola Materna Parrocchiale - Via Conte Taverna 4, 20050 Canonica - Triuggio, MB - tel: 0362 997127 - info@infanziasandomenico.it

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